«Vorrei, ma non posso» è una frase che prima o poi tutti pensiamo o diciamo, e praticamente sempre in senso negativo: desideriamo tanto una cosa, ma c’è un ostacolo che ci impedisce di ottenerla.
Eppure, a volte è un bene.
Vorrei, ma non posso: quando un #desiderio irrealizzabile è un fatto #positivo. E nella #traduzione? Ecco cosa penso io! Share on XMa cosa vuol dire?
Che cosa intendiamo esattamente quando diciamo «vorrei tanto X, ma non posso»?
Possiamo intendere un ostacolo materiale: vorremmo tanto andare in vacanza, ma per qualche motivo non possiamo partire. Vorremmo tanto riposarci, ma il lavoro e le scadenze sono troppo pressanti. Vorremmo tanto frequentare quel corso o quel master, ma il tempo è tiranno.
Quando pensiamo a questa frase il sottinteso è: se questo ostacolo non ci fosse, potrei ottenere quello che desidero. Se solo non mi fossi impegnata con l’associazione del mio paese potrei partire senza problemi, se solo non avessi accettato quella traduzione adesso potrei riposare, se solo riuscissi a organizzarmi meglio potrei seguire quel corso.
E se provassimo a ribaltare la prospettiva?
Vedi il lato positivo
Qualche settimana fa ho visto un programma carino: si intitola Cake Star, viene trasmesso su Real Time e lo scopo è premiare la migliore tra tre pasticcerie di una data città. Sorvolando sulla quantità di chili virtuali che si accumulano solo guardando tutti quei dolci meravigliosi, trovo che a volte si possa imparare qualcosa: i concorrenti, infatti, assaggiano i dolci degli avversari e li giudicano – a volte con strategie palesi e pesanti – e quelle riflessioni fanno pensare a quanto a volte siamo severi con gli altri, ma indulgenti con noi stessi.
In particolare, in una puntata uno dei pasticceri in gara commentava dicendo che la sua pasticceria è un vorrei ma non posso, io invece vorrei e posso.
E sai cos’è successo? Che chi ha pronunciato questa frase è stato eliminato per primo. Ci ho pensato molto, poi, perché mi è sembrata una lezione importante: puoi avere tutte le certezze del mondo, ma cadi esattamente come chi non ne ha nemmeno una.
E ho pensato a quel “vorrei, ma non posso”. Ho pensato che se vuoi tanto una cosa e per qualche motivo non puoi ottenerla subito, allora fai tutto il necessario per arrivare ad averla. Non so dire quanto la pasticceria che “voleva, ma non poteva” fosse valida; mi piace immaginare però che abbia colmato il divario con chi invece poteva con tutte le sue forze e la sua passione.
E forse dovremmo fare tutti così.
Perché non potere è un bene
Il dover faticare per ottenere qualcosa può avere effetti positivi: uno di questi è il cercare di capire se lo vogliamo davvero o se, sotto sotto, questo nostro desiderio non è poi così forte.
Pensaci: c’è un bellissimo master di traduzione che vuoi assolutamente seguire, ma al momento non hai la disponibilità economica. Che cosa fai? Lasci perdere o cerchi di risparmiare la somma necessaria per poterti iscrivere alla prossima edizione?
Oppure: ti interessa tantissimo una specializzazione particolare, ma intanto lavori in un’altra nicchia, magari anche con profitto. Spesso pensi di provare a seguire corsi gratuiti per sondare il terreno, ma il tempo è tiranno. Che cosa fai? Continui a rimandare o cerchi di ritagliarti due/tre ore alla settimana per capire se quella specializzazione fa davvero per te?
Sono sicura che potresti farmi altri esempi, ma il succo è questo: il non poter ottenere subito quello che vuoi che effetto ti fa? Ti sprona a fare di tutto per ottenerlo o ti spinge a lasciar perdere?
Ci sono dei momenti in cui “vorrei, ma non posso” è un bene, ed è quando scopri che, in realtà, non stai desiderando una cosa che non puoi avere. In realtà c’è una cosa che con un po’ di impegno potresti avere, ma per cui non vuoi sforzarti.
E la differenza sta nell’energia che puoi spostare dalla mera lamentela ai canali giusti.