Venirsi incontro
Venirsi incontro è necessario, non solo nel senso classico del termine, ma soprattutto nel senso di venire incontro a se stessi. È la base di una buona capacità di lavorare da soli e in collaborazione con altri.
Sai perché #venire incontro a te stessa è un'ottima cosa? Perché pone le basi del tuo #lavorare bene anche con gli altri. A maggior ragione nella #traduzione! Condividi il TweetVenirsi incontro: se stessi
Non si pensa mai alla necessità di venire incontro a se stessi. Dimmi la verità: quando hai letto il titolo di questo post nemmeno tu ci hai pensato, vero? Ed è proprio questo il problema: non si considera mai la possibilità che ci sia una parte di noi, più istintiva o più riflessiva, che dovremmo ascoltare e qualche volta accontentare.
Venirsi incontro nel senso di ascoltarsi e capirsi è una cosa che non siamo abituati a fare. Abbiamo la tendenza a ignorare le sensazioni “di pancia”, magari perché ci sono cose più pressanti: quel progetto ci serve proprio, è un periodo che lavoriamo poco, e non importa se il settore non ci piace più come all’inizio e se in realtà non avremmo proprio il tempo per accettarlo: mettiamo a tacere questa voce, prendiamo il progetto e ci spremiamo come un limone per consegnarlo.
E forse dovremmo fare il contrario. Forse dovremmo starci a sentire di più, trovare dei compromessi con noi stessi. Abbiamo scelto un settore di specializzazione che in realtà ci ha deluso; perché non trovare qualcosa di interessante con cui sostituirlo gradualmente? Abbiamo bisogno di una pausa: perché non trovare una collega che abbia la possibilità di accettare quel progetto al posto nostro? Il nostro istinto ci spinge verso un settore di nicchia: perché non assecondarlo? Il web è pieno di corsi gratuiti che potranno aiutarci a capire se ne vale la pena.
E poi c’è un’altra cosa, ancora più importante: se impari ad ascoltarti e rispondere in modo corretto alle esigenze – con una resa completa o con un compromesso accettabile – saprai lavorare meglio anche con gli altri.
Venirsi incontro: gli altri
La collaborazione con qualcuno è fatta di compromessi, di saper ascoltare e capire quando arretrare e quando insistere. È un continuo venirsi incontro, a tutti gli effetti.
Abituarsi al compromesso con se stessi è secondo me fondamentale per allentare la rigidità che può mettere a rischio la collaborazione con altri colleghi. Non tanto perché altrimenti non ci riusciremmo, ma soprattutto perché la nostra capacità di cogliere le sfumature aumenta: riconosciamo la stanchezza che mesi prima aveva sopraffatto anche noi, la necessità di fare una pausa, la paura di non essere all’altezza, la confusione, la noia perché è un progetto che serve ma non entusiasma.
Nelle collaborazioni portiamo tanto di noi, delle nostre insicurezze e delle nostre certezze, di tutto quello che va oltre la nostra competenza di traduttori e che ci rende persone a tutto tondo. E il nostro modo di porci farà la differenza tra una collaborazione di successo e la decisione di non incrociarsi più nemmeno per sbaglio.
Impariamo ad andare incontro a noi stessi: ne gioveremo noi, la nostra vita, il nostro lavoro e le persone con cui avremo la fortuna di lavorare.